Abbiamo già avuto modo di parlare del caffè in allattamento e del caffè durante la gravidanza in un nostro precedente articolo. Qui approfondiamo l’argomento relativo alla caffeina ed allattamento. Preliminarmente è bene sottolineare che bere caffè durante l’allattamento è sicuramente concesso (salvo differenti indicazioni), ma che la caffeina “passa” nel latte materno. A tal proposito non si conosce moto riguardo al meccanismo d’azione sul neonato, motivo per cui è buona regolare moderare anche in questa fase il consumo di caffè.
Rispetto al problema della gravidanza, qui i danni principali potrebbero essere a carico del neonato: l‘Accademia Americana di Pediatria ha verificato che se la madre consuma più di 5 tazzine di caffè al giorno (ovvero oltre 750 ml di caffè, una quantità considerata mediamente elevata in ogni caso), il neonato tende a mostrare segni di irritabilità: la caffeina all’interno del corpo del neonato sarà causa di nervosismo, disturbi del sonno ed anche coliche.
I neonati appena nati sono, per ovvi motivi, più sensibili alla caffeina rispetto a quelli più grandi: in un bambino di 6 mesi, l’emivita della caffeina è di circa 2 ore e mezza, ma per un neonato è di ben alcuni giorni.
Caffè e allattamento
Come già anticipato, l’assunzione di caffè durante l’allattamento è concessa, tuttavia gli esperti raccomandano di limitare l’assunzione di caffeina a 300 milligrammi nell’arco di 24 ore. Attenzione: in base al metodo di preparazione, la quantità di caffeina cambia notevolmente e non dimentichiamoci che una leggera quantità di caffeina è presente anche in alimenti come la cioccolata!
Qui di seguito si riporta una tabella con le principali bevande ed alimenti contenenti caffeina ed il relativo quantitativo medio di quest’ultima:
- Caffè espresso 60-80 mg
- Caffè decaffeinato 2-5 mg
- Tè nero (240 ml) 40-120 mg
- Tè in lattina (330 ml circa) 15-30 mg
- Coca-cola, Pepsi (una lattina) 35 -40 mg
- Red Bull (una lattina, 250 ml) 80 mg
- Cioccolato al latte (43 g) 9 mg